venerdì 10 luglio 2009

verso un rinnovamento

LA PARABOLA UMANA


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Per il Partito
Democratico Organizzazioni politiche
Descrizione: La mission di questo gruppo è di unire i Democratici che
utilizzano FB e dar loro voce perchè solo con la voce unitaria della base
può nascere e crescere un grande Partito Democratico.
Per perseguire questo scopo è stato anche creato il social network
"Insieme per il PD" Sito Web: http://insiemeperilpd.ning.com/




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Attraverso i media
stiamo vivendo in un
mondo surreale,nel
quale la vera realtà
socioeconomica e
politica italiana è stata
nascosta dai fasti del G8, che
sono riusciti persino a farci dimenticare
la drammaticità della grande crisi.
La cornice/vernice del G8 sta lustrando e nascondendo il
cumulo di macerie della vera realtà italiana fortemente
penalizzata dalla politica di questo governo dalla discesa
in campo del premier a tutt’ora.La crisi mondiale,
determinata dalle politiche ultraliberiste USA dei
due quadrienni Bush, è diventata un alibi dietro cui
nascondere gli effetti nefasti della politica di questo governo.
Il terremoto abruzzese, peraltro, ne è l’ emblema: è stata
posta in atto una dissennata politica di spesa senza altro
senso che la glorificazione del cavaliere per disappannarne
l’ immagine, all’ interno e all’ estero, compromessa dagli
scandali sardo-romano-baresi.

Non dobbiamo dimenticare quanto è accaduto e sta accadendo,
seppellendolo come si fa con ricordi di scarso valore.
Anzi, dobbiamo tenerlo lì a portata di mano perché ci
servirà presto .

PRIMO. Tenete a futura memoria cosa è accaduto ed accade
in Italia per effetto della politica di questo premier
in quanto:
a. in campo economico è stata condotta una politica
indirizzata a favorire il proprio elettorato ed i
propri interessi di bottega con sforamenti dei limiti
previsti dalla nostra appartenenza all’ UE;
b. in campo sociale è stata fortemente incrinata la
coesione nazionale;
c. in campo politico interno sono state fortemente
incrinate le basi della sicurezza;
d. in campo internazionale sono stati negativamente
allentati i vincoli di solidarietà umana.

SECONDO. Da quasi due anni di questa grande crisi
mondiale non sono stati tenuti nel dovuto conto i
sintomi e non sono stati presi tempestivamente i
provvedimenti che ne avrebbero ammorbidito l’ impatto,
in quanto:
a. era necessario aumentare il potere d‘ acquisto
delle masse con un aumento delle retribuzioni più
basse ed una parallela riduzione del prelievo
fiscale sulle stesse ed un controllo dei prezzi
al consumo e delle tariffe(onde evitare l' incremento
dell' inflazione)
b. era necessario non ridurre la pubblica occupazione
né contrarre la spesa pubblica (ogni riduzione
dell’ occupazione e contrazione della spesa pubblica
hanno effetti recessivi) ma renderle più efficienti;
c. era necessario sostenere le imprese, quali che
fossero le loro dimensioni, con interventi finanziari
tesi ad un loro sviluppo nel quadro dell’ innovazione
organizzativa e di prodotto, ricordando che le grandi
Imprese assieme ad una Pubblica Amministrazione
efficiente sono la ricchezza di una Nazione, mentre
le medie e le piccole ne sono lo specchio;
d. era necessario attivare un potente e convincente
programma di Opere Pubbliche teso a potenziare il
sistema di reti, nell’ ambito di un indirizzo di
sviluppo del Paese inteso come Sistema Unitario che
gode di una felice posizione nel Mediterraneo sia
dal punto di vista Geopolitico sia Climatico-Ambientale
sia Storico-Culturale sia Industriale;
e. era (è) necessaria una efficace riforma della forma
dello Stato, con una ristrutturazione dell’ apparato
politico-amministrativo periferico (riduzione delle
Regioni , eliminazione delle Province, accorpamenti
dei piccoli comuni, ecc.), con l' applicazione del
PPBS (programming-planning-budgeting system) nella
formulazione della Politica economica, con il
riordinamento delle Forze e dei Corpi aventi compiti
di Polizia (attualmente dipendenti da Ministeri diversi,
ciò che ne ostacola il corretto impiego e l‘ efficienza
con nefaste influenze sulla Sicurezza).

TERZO. L’ intento di far dimenticare l’ immoralità
della sua condotta privata assurta a scandalo pubblico,
che ha riportato l’ Italia nel novero delle Nazioni
culturalmente arretrate, ha determinato la presa di
provvedimenti clamorosi ma ondivaghi alla ricerca di
effetti speciali che coprissero il vuoto di proposte
e di contenuti: lo spostamento del G8 a L‘ Aquila n
e è l‘ esempio più lampante .

NON DIMENTICHIAMO!

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Notizie recenti
LE TAPPE VERSO IL CONGRESSO NAZIONALE

■ 21 LUGLIO - PER CHI VUOLE PARTECIPARE
A questa data i nominativi degli iscritti al Circolo di Pregnana saranno trasmessi alla Federazione Provinciale e costituiranno l’elenco (eleggibili ed elettori) degli aventi diritto a partecipare a tutte le fasi congressuali: Nazionale, Regionale, Provinciale, Circolo

■ 23 LUGLIO - CANDIDATURE A SEGRETARIO NAZIONALE
Coloro che vogliono candidarsi a Segretario devono presentare le firme di supporto richieste e le linee politico-programmatiche.

■ 30 SETTEMBRE - ASSEMBLEE DI CIRCOLO
Si dovranno svolgere entro tale data le Assemblee degli iscritti per eleggere i rappresentanti di Pregnana al Congresso Provinciale (il numero di delegati che ci spettano saranno definiti entro il 5 agosto in base al numero di adesioni al Circolo).

■ 11 OTTOBRE - CONVENZIONE NAZIONALE
I 1000 delegati eletti alla Convenzione Nazionale (in rappresentanza di tutti gli iscritti) scelgono i tre Candidati (con il relativo Programma) che dovranno partecipare alle Primarie.

■ 25 OTTOBRE - PRIMARIE PER L’ELEZIONE DEL SEGRETARIO E DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE.
Iscritti ed Elettori del PD voteranno per scegliere i membri dell’Assemblea Nazionale che eleggeranno il Segretario Nazionale.
Ogni Lista di candidati all'Assemblea nazionale è collegata ad uno fra i tre candidati a Segretario che abbiano precedentemente ottenuto il maggior consenso degli iscritti ai circoli.


■ RINNOVO CARICHE DI CIRCOLO (E PROVINCIALI)
Dopo il Congresso Nazionale si procederà anche al rinnovo degli organismi dirigenti dei Circoli. Le elezioni si terranno dopo il 15 Novembre con modalità che saranno definite prossimamente. In ogni caso gli iscritti che avranno diritto di voto sono quelli regolarmente registrati alla data del 21 Luglio 2009.

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lunedì 29 giugno 2009
Il G8 all'Aquila: uno spettacolo da circo con suspence a sfondo sessuale
Il Presidente Napolitano svolge il suo ruolo e chiede che la polemica politica nel nostro paese si plachi durante il G8, ma sa benissimo invece che questa inutile messa in scena internazionale costituirà proprio un altro momento di inasprimento del confronto politico. Napolitano cerca di prevenire le inevitabili gaffe del presidente del Milan che ci farà fare l'ennesima figuraccia internazionale. Ma ormai la considerazione del governo italiano e del suo capo è scesa ai minimi storici dopo la tempesta di scandali che hanno minato quel briciolo di credibilità che ancora qualcuno gli dava sulla fiducia. Il G8 è una farsa di per se e il cavaliere ne sarà il degno giullare. Un consesso che vedrà riuniti i potenti della terra per discutere della crisi che essi stessi hanno generato. E' questo l'aspetto più comico di queste riunioni planetarie. I paesi più industrializzati che sfruttano le risorse naturali di paesi tenuti nella povertà, che minacciano il clima, che provocano catastrofi economiche e finanziare, che portano nel mondo la guerra nel nome della pace, si riuniscono per discutere e trovare soluzioni ai problemi che essi stessi provocano. E naturalmente si guardano bene da prendere in considerazione le ragioni ed i motivi del terzo e del quarto mondo. E come se non bastasse a presidere questo inutile incontro internazionale sarà l'Italia ed il suo presidente del consiglio, nonchè presidente di una squadra di calcio, nonchè corruttore, nonchè adescatore di ragazze con promesse di carriera politica o televisiva. L'unico paese fra quelli che parteciperanno al G8 che ha affrontato la crisi a parole dopo averne per mesi attribuito la causa alle paure dei cittadini ed al pessimismo di giornali e di tutto gli organismi economici internazionali. Un governo che ha emanato proprio nei giorni scorsi una manovra fondata sulle intenzioni ed i cui effetti, se ci saranno, di vedranno solo alla fine del 2010. Bonus fiscale alle imprese che eviteranno i licenziamenti, di cui non si conosce ne' l'ammontare nè la copertura e nemmeno come sarà applicato considerato che i lizenziamenti gia' ci sono stati. Esenzione del 50% del gravame fiscale sugli utili reinvestiti. Anche in questo caso non se ne conosce l'ammontare in quanto sarà difficile determinare la parte di utili reinvestiti. Un ulteriore burla primo perchè se un'impresa non avrà utili non avrà nemmeno gli sgravi (e di questi tempi gli utili sono un vero e proprio miraggio) secondo il ventaglo di investimenti che saranno oeggetto del provvedimento sono molto ridotti. Insomma una vera presa in giro rispetto alle richieste degli industriali e soprattutto rispetto alle esigenze del mondo produttivo.
In questo quadro disastroso si inquadra poi l'ultima perla del trapiantato cavaliere: quella di tenere il G8 all'Aquila. Uno schiaffo in faccia alle popolazioni che vivono sotto le tende mentre si spendono milioni di euro per organizzare l'ospitalità a capi di stato, di governo, delegazioni e giornalisti da tutto il mondo. Un utilizzo infame del dolore della gente d'Abruzzo. In sintesi il G8 che di per se è sempre stato un incontro internazionale inutile, questa volta si trasformerà in un vero e proprio spettacolo circense con capo clown il presidente del Milan. Ma le delegazioni partecipanti sperano nelle doti organizzative di orge e quant'altro del cavaliere, non si concluderà niente di buono ma almeno ci saranno ragazze da spupazzare.




In America un saggio apre il dibattito sulle presidenze "imperiali"
Contro il "Nuovo Culto"
di Giampiero Ricci

Come noto Caligola fece senatore un cavallo, Eliogabalo si mise contro il popolo e le famiglie dei patres inscenando un matrimonio con una vestale, Nerone si guadagnò il risentimento della corte costringendo gli ospiti ad ascoltare i suoi versi. Nei nostri tempi si assiste davvero alla rilettura in chiave postmoderna di un esercizio della leadership che pareva seppellito nelle brume della storia? La spaventosa implementazione della information communication technology dell’ultimo ventennio ha gioco forza accorciato i tempi concessi ai leader politici per rispondere agli stimoli avanzati da società sempre più complesse e i poveri leader si cimentano nell’agone politico sapendo che buona parte delle loro chance di vedersi confermati alla successiva tornata elettorale risiede nella loro capacità di reazione, di proposta, di fedeltà a un programma ovvero di soluzione rapida a un dato problema, una capacità che molto spesso consiste nella “comunicazione” della propria presunta efficienza, più che in una efficienza politica tout court o in una reale incisione nella battaglia quotidiana dei comuni mortali.

Con The Cult of the Presidency: America's Dangerous Devotion to Executive Power (pp. 264, Cato Institute), Gene Healy, editorialista del Los Angeles Times e del Chicago Tribune propone una pubblicazione organica dei suoi studi sugli abusi di potere dei presidenti americani di entrambi gli schieramenti, districandosi tra eccessi di retorica bipartisan, populismi che oltre a essere il sale della democrazia, sono spesso strumenti indispensabili per muovere l’immaginario collettivo; il punto è che sopra tale condizione delle democrazie contemporanee di fatto appare germinare una nuova vecchissima tendenza politica: il culto del presidente.

Con il nuovo inquilino della Casa Bianca siamo effettivamente lontani dalla ruvidezza della leadership bushiana, volutamente estensione della visione neoimperialista del neoconservatorismo di frontiera, ma la tesi dell’autore è che il problema, la deriva imperialista nella politica estera statunitense, non può essere risolto semplicemente sostituendo un leader a un altro, il problema è culturale. È a partire dal sistema scolastico che si forniscono agli adolescenti modelli pieni di soggetti che ce la fanno “superando” i legami delle convenzioni, che si mettono in tasca valori, compresi quelli costituzionali, in nome del “successo”.

Si sa anche in Italia, uomini qualsiasi, gente convenzionale, come De Gasperi che dormiva a Palazzo Chigi ossessionato dalla voglia di ricostruire un paese raso al suolo, che se ne andava in giro con cinque centimetri di occhiali demodè e un cappotto spesso come quello di tutti i nonni d’Italia, difficilmente buca lo schermo, ma l’importanza di tale sfida culturale dovrebbe essere ben comprensibile anche a noi, visto e considerato che possiamo ben aver paura di chiederci di conoscere, ad esempio, il numero dei nostri studenti che si sentono spinti alla passione civile e all’ammirazione verso modelli di uomini e donne capaci di costruirsi sui sacrifici e non su scorciatoie.

Negli States poi Healy se la prende con la retorica del “Comandante in Capo”, che presuppone un approccio marziale alla composizione delle vicende geopolitiche, con tutti i rischi della misurazione tra i leader della muscolarità, qualcosa che finisce poi per venire prima della diplomazia - vedi i dissidi Usa-Russia. La verve predicatrice e taumaturgica dell’attuale presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il quale dovrebbe guidare la crescita economica, ispirare un nuovo evo di migliore educazione scolastica, difendere i cittadini dagli attacchi terroristici, impedire la diffusione delle epidemie, si ascrive pienamente nello stesso solco tracciato dal predecessore G.W. Bush e prima di lui da molti altri.

Healy incolpa forse troppo facilmente la personalizzazione della politica, la quale peraltro ha il merito di costringere il leader di turno a prendersi le sue responsabilità e a mettere la faccia sul proprio comportamento politico con tutto quello che ne consegue, ma al di là di questo su una cosa ha ragione, troppo spesso «quando i candidati presidenziali parlano sembra quasi che stiano concorrendo per una carica a metà tra l’angelo guardiano, lo sciamano e il signore supremo della terra» perdendo di vista il fatto che essi non sono altro che amministratori pro-tempore di una res publica che sono chiamati ad onorare.

Sotto questo profilo è difficile dare torto all’autore, infatti nonostante la presa sull’immaginario collettivo del mito del presidente “salvatore”, dell’unto dal Signore che risolverebbe i problemi mediante la sola imposizione delle mani, la storia insegna che i grandi cambiamenti sono sempre avvenuti grazie alla cooperazione volontaria degli individui. Quanto allo stato delle nostre democrazie varrà poi pur qualcosa segnalare con Healy come la tradizione politica occidentale sia molto più rappresentata dalla sobrietà del numero 10 di Downing Street piuttosto che da fantasmagoriche residenze degne di altre tradizioni e di altri “Cari Leader” qualsiasi.

29 giugno 2009
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L'Italia che non ci piace: