martedì 22 novembre 2011

IL RITORNO DELLO SCONTRO IDEOLOGICO

di Giacomo Salerno
Molti lettori sono rimasti sorpresi, e in qualche caso persino offesi, dai giudizi negativi che Nichi Vendola ha espresso sul programma economico del governo Monti nell’intervista a «Che tempo che fa». Perché il presidente della Puglia fa di ogni erba un fascio, anziché sostenere lo sforzo di persone serie e competenti che cercano di rimediare ai danni d’immagin...e e di sostanza compiuti dai predecessori?

Il loro stupore è indicativo di quanto sta succedendo nelle teste degli italiani dopo la caduta di Berlusconi.

Per vent’anni la politica da noi è stata un referendum pro o contro una persona fisica. Cosa pensassimo del capitalismo finanziario o delle energie alternative era di importanza secondaria rispetto al fattore dirimente: l’accettazione o il rifiuto del populismo berlusconiano. Quest’anomalia ha prodotto alleanze tattiche e ambiguità inevitabili, alimentate dal fatto che i principali campioni dell’anti-berlusconismo (da Travaglio a Di Pietro) non erano di sinistra.

Ora che la polvere sollevata intorno a quella personalità eccessiva comincia a diradarsi, le idee tornano ad avere un nome e ci si ricomincia a dividere non sull’antropologia, ma sulla politica. Così lo stesso compagno Vendola che ancora un mese fa a «Ballarò», Berlusconi imperante, discettava con Fini circa una loro possibile alleanza, sulla poltrona di Fazio è tornato a indossare i panni dell’anticapitalista che in Monti vede il liberismo presentabile, ma pur sempre il liberismo: sensibile più alle ragioni del profitto che a quelle dell’ambiente o della giustizia sociale.

Dopo vent’anni di deriva populista c’eravamo dimenticati che in tutto il mondo esiste anche un liberalismo conservatore: serio, colto, perbene. E minoritario, almeno in Italia, perché minoritaria è la borghesia che lo esprime. Fu questo il cruccio di Montanelli e la vera ragione del suo dissidio con Craxi e poi con Berlusconi, che davano voce a un altro genere di borghesia, arrembante e spregiudicata. Forse però ci eravamo dimenticati che esiste anche una sinistra anticapitalista, indisponibile a stilare un programma coerente di governo con altre forze progressiste che pur contrastando Berlusconi accettano la Borsa e le banche. Il Sistema, insomma, e le sue regole del gioco. Quel Sistema e quelle regole che gli indignados italiani, di cui Vendola punta a farsi portavoce, vogliono abbattere perché lo considerano esaurito e ormai espulso dalla storia. In cambio di cosa non è ancora chiaro, visto che il comunismo è morto. Keynes è morto e anche lo Stato Sociale non si sente tanto bene.

Quando Bersani minimizza le divisioni a sinistra, sostenendo che Obama e Clinton, pur stando nello stesso partito, hanno posizioni divergenti su molti temi, dimentica di aggiungere che i due presidenti democratici americani sguazzano entrambi nel capitalismo, mentre Vendola lo vuole superare. Il nodo è tutto lì. Ed è quel nodo che fa dire, a chiunque osservi senza pregiudizi la situazione delle forze in campo nel dopo Berlusconi, che oggi esistono un partito antieuropeista, la Lega, un partito anticapitalista, Vendola più un pezzo di Pd, e in mezzo due democrazie cristiane. Una un po’ più di destra e l’altra un po’ più di sinistra, che non avendo abbastanza voti per vincere in solitudine né abbastanza sintonia d’idee con i partiti estremi per fare squadra con loro, saranno condannate in futuro a governare insieme.

(Massimo Gramellini, La Stampa)

domenica 13 novembre 2011

Le elezioni del Titanic


Achille Conforti:
Le elezioni in questo momento, con questa legge elettorale, sarebbero una sciagura.
Monti non è stato eletto da nessuno. E' stato nominato da Napolitano. Il Parlamento a sua volta non è stato eletto da nessuno.
E' figlio di una legge elettorale incostituzionale.
Il Parlamento è stato nominato dai segretari di partito.
Napolitano è stato eletto dalle camere riunite elette d...a nessuno. Napolitano è stato quindi nominato dai nominati. Questa è la situazione che può essere modificata solo da una nuova legge elettorale. La proposta di legge popolare "Parlamento Pulito" giace ancora, dopo più di quattro anni, in Commissione Affari Costituzionali, sarebbe sufficiente applicarla prima delle elezioni per ripulire Camera e Senato.
Nessuno ne parla, nessun partito la vuole.
Le elezioni con un periodo di almeno quattro mesi di non governo prima del voto equivalgono a dichiarare default.
Chi le vuole lo sa, ma se ne frega. Una lista di nominati e un pugno di poltrone valgono più di una messa.
Assicurano la sopravvivenza politica a partiti in decomposizione che ci dovremmo "democraticamente" tenere per altri cinque anni.
Per quel che vale scriverò una lettera aperta a Monti e gli proporrò un incontro per chiedergli di mettere all'ordine del giorno la riforma elettorale firmata da 350.000 cittadini e le proposte di tagli a costo zero emerse dal sondaggio del blog. Chi grida alle elezioni è come un comandante di una nave che di fronte all'iceberg fugge con le scialuppe di salvataggio.
Non sono praticabili. Affosserebbero le classi più deboli.
Lo spread con il Bund schizzerebbe a 1.000 e l'interesse sui titoli di Stato eguaglierebbe quello greco.
Un tanto peggio per i cittadini, tanto meglio per i partiti. L'Argentina sembrerebbe una passeggiata. Monti non è la soluzione, qualcuno da accettare turandosi il naso, come diceva Montanelli per la Democrazia Cristiana. E' figlio del suo ambiente, amico di banchieri, frequentatore dei salotti buoni. Un liberista che è rimasto a guardare lo sfascio economico senza mai esporsi troppo contro il Sistema. L'unica alternativa a Monti, in un Paese dove le elezioni sono palesemente anti democratiche, è la rivoluzione.
Ma l'Italia non ha oggi la consapevolezza, né la forza per attuarla.
Il Sistema va scardinato dall'interno.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. (Beppe Grillo)

venerdì 4 novembre 2011

MISERERE PER UN MISERABILE


Miserere per un miserabile
Un vecchio vizio del mio carattere minaccia di riaffiorare in queste ore di agonia civile per il logoro pubblicitario di Arcore. Provo un’ irresistibile senso di pietà anche per i peggiori cialtroni quando arriva per loro il momento del “redde rationem”, che viene per tutti. Penso al giorno in cui Berlusconi, con tutti i suoi soldi e i suoi capelli pitturati sul cranio e... gli spettri delle zoccole e dei lenoni che gli danzano intorno, scoprirà di essere un ometto solo, un vecchietto impotente e, parola per lui orrenda, un “loser”, un perdente che ha sperperato il più gigantesco capitale di popolarità che la disgraziata Italia avesse concesso a un uomo di governo dopo Mussolini. Non ci siamo ancora, e l’agonia potrebbe essere lunga, ma quasi. Devo cominciare a temere di provare pietà anche per questo vecchio falsario ormai palesemente fuori di testa, che farnetica di ristoranti traboccanti, di magnifiche vacanze, di aerei straprenotati – proprio lui che non deve comperare un biglietto d’aereo da decenni – e attribuisce i nostri guai al cambio lira-euro? Spero che sia lui, con il suo comportamento nelle ore del tramonto (ho scritto tramonto, non tremonti) a risparmiarmi il riflesso della pietà. (Vittorio Zucconi)

mercoledì 2 novembre 2011

FINTANTO CHE.......................

fintanto che una donna per migliorare la sua situazione economica o professionale avra' bisogno di tacchi alti e push up....

fintanto che un pannella qualunque puo urlare.....e gridare le sue idee abbastanza confuse......e tutti i malcapitati lo staranno ancora a sentire senza riuscire a seguire il filo di un suo discorso e neanche capire dove vuole andare a parare....

fintanto che un personaggio pieno di soldi non sara' chiamato come qualunque cittadino a rispondere ai giudici....

fintanto che chi siede in parlamento si trova li solo perche' fa comodo al capo...

fintanto che la moglie di un boss..puo prendere la pensione a 39 anni...

fintanto che ognuno avra' paura di esporsi con nome e faccia.....

fintanto che le persone oneste di questo paese ..non avranno voce....

fintanto che coloro che si adattano e vanno a cena dai vari capetti prenderanno mazzette....

fintanto che la scuola pubblica sara' cosi maltrattata ....

fintanto che i contributi alle scuole private serviranno come merce di scambio tra vaticano e potere politico amministrativo...

fintanto che i soldi della differenziata saranno ballerini ..e verranno utilizzati a seconda delle convenienze dei vari politici e non si terra' conto delle necessita'
civili delle grandi citta' .....

fintanto che tutti coloro che hanno responsabilita' dirette nell'amministrazione dei poteri non impareranno a tacere ed ascoltare i diritti dei cittadini .. ma al contrario agirando secondo convenienze inconfessate e continueranno a gridare a squarciagola ...pur di coprire la voce del dissenso..
L'ITALIA SARA' ANCORA E PER SEMPRE COME QUELLA DEL FILM CHE STAMATTINA HO RIVISTO CON ENORME INTERESSE: " ANNI RUGGENTI." di Luigi Zampa.

Giuliana Albarella:
Stavi pensando al Bernini?
Il botox ieri le faceva avere strane reazioni dialettiche...che stronzona.

Bandiera Rossa:
e quando questi personaggi se ne saranno andati, guarderemo le nostre pistole fumanti e ci domanderemo....ma dove eravamo mentre facevano tutto questo???



Gianmario Caramanna
IL TESTAMENTO
(di Fabrizio De André) Testo riveduto corretto e strapazzato da Ellekappa

Quando la morte mi chiamerà
solo mia moglie protesterà
... ho manomesso il mio testamento
e le ho soffiato l'eredità
ai suoi tre figli non lascio niente
niente di nulla diviso a metà

ai miei fenomeni da baraccone
lascio un impiego da faccendiere
insieme a un lessico da carrettiere
che privilegi l'imprecazione

a Capezzone la mia bandana
a Scilipoti mezza banana
a Minzolini, il linguagabbana
la direzione di Panorama

voglio lasciare a mia figlia Marina
che se ne frega della sentenza
il mio carisma di rara indecenza
che al mercimonio le spiani la via

tutta la Rai lascio al dandy panciuto
cento salsicce e un anacoluto
mentre a Tremonti tirchio ed arguto
a costo zero regalo uno sputo

sorella morte aspetta un momento
forse ho un legittimo impedimento
quanto sei sexy fatti palpare
e con ardire fatti trombare
dimmi la cifra che poi arrotondo
fin dentro al cuore miliardi grondo

signor becchino ho già in mente un lodo
che mi sottragga a morte rapace
prima che avviti quell'ultimo chiodo
consulti Paniz Cirielli e Storace

non seppellite 'sto capolavoro
che ha fatto fuori futuro e lavoro
se mi graziate vi cingo d'alloro
poi come a Ruby vi copro d'oro

prima di andare a marcir nella fossa
m'inchino a Vespa, il mio scendiletto
e i nei di Renzi e la sua wiki-rissa
con gioia lascio all'affabile insetto

ai Corleonesi
i miei deputati
ai Casalesi i disoccupati
a Ignazio la Russa sei Maserati
venti Ferrari e due croci uncinate

quando il G-20 mi chiederà
un attestato di serietà
una pernacchia forse una sola
come una tromba risuonerà
un dito medio forse uno solo
dal frollo Bossi germoglierà

se questa Italia è ormai contagiosa
e a un solo palpito dal fallimento
per evitarmi una fama ingloriosa
al maggiordomo gl'intesto lo schianto

lascio a Piersilvio un Paese che muore
che ho depredato con tutto il cuore
io del contagio sono l'untore
l'Europa crepi e vada al creatore

a tutti lascio lo spread in ascesa
e Piazza Affari che cola a picco
solo la Fininvest vola in ripresa
da questa crisi ne esco straricco

lascio al Paese la corruzione
sciolgo le lodi all'evasione
ed una cena perbene e elegante
lascio a Leopolda per esser galante

quando la morte mi chiamerà
sarò già in fuga nell'aldiquà
sarò sparito senza pagare
senza mai dire la verità
vado ad Antigua a folleggiare
vi lascio in dono la povertà

Cari sodali della mia banda
spolpammo insieme la stessa terra
tessemmo in coro il medesimo inganno
per trasformare l'Italia in Gomorra
ma adesso Papi vi lascia soli
perché il momento si fa ferale
già sono in volo mille cetrioli
al posto mio qualcun altro s'immoli.
( da La Repubblica, 01 novembre 2011)

martedì 1 novembre 2011

i barbari sono loro!!!!


Intervista a Ingroia:

'I barbari sono loro

'di Umberto Lucentini

«Sì, sono un partigiano della Costituzione, nata proprio grazie ai partigiani. Vado a parlare con tutti i partiti: se mi invitano, anche dal Pdl. Lo facevano pure Falcone e Borsellino. Ma non entro in politica, chi lo dice vorrebbe solo che lasciassi la toga». Il pm antimafia di Palermo risponde a Cicchitto, a Gasparri e quanti lo hanno accusato in questi giorni
(02 novembre 2011) Procuratore aggiunto Antonio Ingroia: lei lo intuiva che le sue parole ''sono un magistrato partigiano'' avrebbero provocato tutte queste reazioni?
«Sì, lo immaginavo, e infatti lo avevo detto come premessa del mio intervento al congresso del Pdci: 'Basta il solo fatto di partecipare a un congresso di partito, sia pure come esterno, e di farlo con un discorso forte sul tema della difesa di certi valori, e vedrete che sarò investito dalle polemiche'».

E allora, scusi, perché lo ha fatto?
«Rivendico il diritto da cittadino, e il dovere da magistrato, di intervenire ovunque mi sia chiesto un contributo di idee su valutazione, analisi e rischi che oggi corrono la Costituzione, la legalità democratica, la giustizia...».

Riassumiamo: lei a Palermo indaga sulla mafia e sui rapporti con pezzi deviati dello Stato e della politica. E al congresso del Pdci ha detto che è un 'magistrato partigiano'...
«Mi sono definito "partigiano della Costituzione" pur nella imparzialità dell'esercizio delle mie funzioni, e non sono cose contraddittorie. Si deve essere imparziali applicando la legge in modo uguale chiunque sia l'indagato, ma per farlo si devono avere dei criteri di orientamento e di riferimento».

E i suoi sono?
«La carta Costituzionale, è così per ogni magistrato: sono partigiano in questo senso, e non solo perché la Costituzione è nata dalla lotta partigiana. Ma perché nell'applicazione della legge interpreto i valori della Costituzione. Così, partecipando al dibattito politico, mi schiero dalla parte della Costituzione ed esprimo critiche aspre verso quei disegni di legge che non sono in armonia con i principi partigiani così intesi».

A quali norme fa riferimento?
«Sono convinto che il progetto di legge sulle intercettazioni sia in rotta di collisione col principio dell'obbligatorietà dell'azione penale, dell'autonomia della magistratura e dell'eguaglianza davanti alla legge, oltre che con il diritto di cronaca. Potrei indicare tutta la lunga teoria di leggi ad personam in rotta di collisione col principio di eguaglianza dei cittadini. E come epigoni di queste leggi la prescrizione breve e il processo lungo».

Ha parlato a manifestazioni della Fiom, del Pdci, ma è stato anche ospitato da quei 'comunisti' di Fli? Insomma, un ospite a tutto campo?
«Sì. Come ho avuto modo di dire in questi giorni, sono pronto a partecipare ad una manifestazione organizzata dal Pdl, e a confrontarmi civilmente anche con posizioni che so essere molto diverse da quelle che esprimo. Quando si parla di temi come la Costituzione, la legalità, la giustizia, deve esserci il dovere del magistrato di interloquire con la politica. Poi la politica fa le proprie scelte e noi le applichiamo. Ma nel dibattito politico e culturale, e sulle opzioni delle leggi e delle riforme, un magistrato ha il diritto di partecipare. A una condizione...».

Quale, procuratore Ingroia?
«Non mostrare né adesione né collateralismo con un partito, cosa peraltro vietata ai magistrati. Infatti nel mio intervento al congresso non ho espresso adesione al Pdci. Ho detto che rivolgevo un appello e un invito al Pdci, come a tutti i partiti, affinché si impegnino a tutelare la Costituzione e a renderne sostanziali i valori».

Ma il Pdl non l'ha mai invitata? E, se non le sembro ironico, perché?
«In effetti questo è un dialogo in cui c'è un solo interlocutore. Io parlo ma il Pdl mi dice che non devo parlare. Ed è coerente: non mi ha mai invitato. Loro non vogliono sentire la voce dei magistrati, anche se credo che i magistrati abbiano il diritto di parola».

Fabrizio Cicchitto, capogruppo al Senato del Pdl, poche ore fa l'ha chiamata "onorevole Ingroia". E dice: «Il fatto che uno dei pm che più si occupa dei rapporti mafia-politica, sia anche un militante politico in servizio permanente effettivo dimostra che effettivamente c'è un imbarbarimento crescente della vita politica italiana»
«Le parole di Cicchitto, per le sue conclusioni e le sue argomentazioni sono la conferma: sono d'accordo, c'è un imbarbarimento. Il problema è che su chi sia il barbaro e chi il civile la vediamo diversamente. Però è certo che io non voglio fare polemiche personali con lui. Ritengo però offensivo che mi definisca un "militante politico"».